Il verbo rifiutare

 

Ho appena finito di ascoltare alla trasmissione “Che tempo che fa” il commissario straordinario per la questione dei rifiuti in Campania Gianni de Gennaro e ho trovato interessante il suo intervento. Il mio interesse è sia da studente in Scienze della comunicazione, sia da “osservatore della realtà” per questo blog.  Da comunicatore devo fare i complimenti, a parte per alcune parole killer come “difficile” che dovrebbe venir sostituito da “impegnativo” secondo i dettami della PNL, perché ha saputo fare un intervento centrando i punti chiavi di una comunicazione di crisi: trasparenza, chiarezza e lealtà. Non è mia intenzione inoltrarmi sulla crisi dei rifiuti in Campania, da questa faccenda tuttavia ho capito una cosa: per pensare in grande, bisogna pensare in piccolo. Dobbiamo sempre puntare in alto, ma in cima si arriva un passo alla volta. Tutto parte dalla risorsa tempo: non può essere buttata indistintamente come un rifiuto. Il tempo va gestito attivamente selezionando le varie attività che si intende attuare, per poi suddividerle in unità di tempo, tale che già alla prima unità sia possibile capire se si è in regola o meno con la propria tabella di marcia, e se no attivare un’azione correttiva. E questo Gianni de Gennaro lo sa benissimo: è stato lui stesso a dire all’Italia intera che ogni ora vengono prodotte in Campania 50 tonnellate di rifiuti al minuto. Peccato che lui sia stato il primo a rendersene conto.

Da osservatore di questo blog, non posso che sottolineare che prima di rifiutare qualcosa, bisogna prima averla scelta. Pertanto facciamo davvero attenzione a ciò che scegliamo di consumare, anche in base alla sostenibilità della confezione e al suo riciclaggio, dopo una sua attenta differenziazione nei rifiuti. Rifiutiamoci di rifiutare ciò che può essere ancora utile per noi o per il nostro ambiente.

Foto tratta da qui.

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